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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Il "sesto senso" calabro

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"Ao', se vede che sei Calabrese, sei de coccio!" E' una delle tipiche espressioni che la maggior parte dei calabresi a Roma s'è sentito rivolgere almeno una volta nella vita insieme al relativo gesto del pugno che bussa sulla mano. Non conoscevo questo modo di dire prima che mi venisse rivolto personalmente nel periodo in cui ho vissuto nella Capitale. I romani lo usano quando si trovano di fronte una persona testarda e inizialmente l'avevo presa come cosa positiva. Tornando in Calabria dopo qualche anno, mi sono però reso conto che di positivo nella nostra testardaggine c'è ben poco. In noi non vi è infatti solo una sana ostinazione, un non arrendersi facilmente, ma anche una forte propensione ad affidarsi ad una sorta di sesto senso, il sesto senso calabro, che si manifesta più volte durante il giorno e tutti i giorni in tutti i calabresi. Possiamo avere di fronte un premio Nobel, Zichichi, o il vicino di casa, ma ogni sua affermazione, anche scientifica

[Poesia] Tra gente che ci crede...

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Ognuno almeno un giorno dovrebbe anche per caso guardarsi un poco intorno e metter fuori il naso Parlare con la gente che passa per la via sentire i lor problemi senza poi andare via A me ciò è capitato mi capita anzi spesso che piu' di un pensionato mi parli di sè stesso Dei tempi ormai mutati della vita vissuta o occhi emozionati per una donna voluta Però a dire il vero l'orgoglio e la rabbia gli vengon per la testa mai messa nella sabbia E' gente che a suo modo ha fatto sai la Storia e soffre nel vedere ignavi senza gloria E mentre nella piazza passeggia tanta gente chi ti parla s'incazza per chi non dice niente dei nostri bei problemi di ciò che qui succede senza che alcuno fremi per trovar dei rimedi Guardando invece noi che almeno ci proviamo sia lui che pur noi poi insiem ci emozioniamo Perchè basta uno sguardo tra gente che ci crede che non è mai rimasta a veder che succede