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Visualizzazione dei post da marzo, 2010

Papaveri e asfalto: un fenomeno di Calabria

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Di ritorno da una scorpacciata di Kebab, pietanza turco-“tedesca” allora da poco scoperta, io e il mio poco inappetente compagno di stanza e di cena ci trovammo di fronte a uno scenario apocalittico, quasi da film catastrofico: una delle vie principali di Roma transennata e presa d’assalto da tir, scavatori e rulli stendi asfalto. Rombi di motori, lampeggianti e uno spiegamento di mezzi frastornante. “ A posto..per un mese scordiamoci via Tiburtina !”. A inizio carriera universitaria e memori degli eterni lavori calabri non potevamo neanche lontanamente immaginare cosa ci avrebbe riservato l’indomani e cioè l’intera via completamente asfaltata e priva di qualsiasi indizio che potesse far pensare a quello che era successo solo qualche ora prima. E mai avevamo pensato che si potesse fare questi lavori di notte, in effetti il momento ideale per farli.Ma perché da noi non hanno mai fatto così? Una domanda frettolosamente accantonata col pensiero che costerebbe un po’ di più di stipendi, m

Una lezione spagnola per la Calabria...

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Se in Calabria lo spagnolo fosse una lingua conosciuta avremmo chiare molte cose. Molte parole dei nostri dialetti o alcune tipiche costruzioni verbali calabresi derivano infatti dall’influenza che la dominazione spagnola dei secoli passati ci ha lasciato in eredità. Avremmo chiaro anche il reale significato di una parola italiana che da noi è chiaramente sconosciuto: eleggere . Elegir in lingua iberica ha come in Italiano due significati ben precisi, ma a differenza della versione italica entrambi sono di uso comune. Una sola parola per dire scegliere o eleggere. L’eletto è quindi “scelto”. E quando si sceglie solitamente si sceglie IL MIGLIORE. In Calabria sappiamo bene che non è così. Perché si vota il parente. Perché si vota l’amico. O si preferisce mettere una fetta di provola e scrivere sulla scheda “mangiatevi pure questa!”. La Calabria è piena di politici che stanno “a galla” solo ed esclusivamente per via dei parenti. Che sono i primi a definirli incapaci o peggio, ma se si c