Il tassinaro giustiziere

Esistono anche per me periodi in cui sono vietati e auto vietati discorsi e riflessioni di natura socio-politica. Come in tutte le cose della vita però “uno sta bene finché lo vuole l’altro”.

E così in un bel periodo dedicato esclusivamente allo studio mi ritrovai a prendere quasi per caso un taxi, cosa che faccio raramente, quasi mai. “Adesso le fanno tutte di plastica le auto, guardi quella!” inizia a dirmi il “tassinaro” senza però distogliermi più di tanto dai miei pensieri universitari.

“Eh, la Fiat..quanti soldi ha preso dallo Stato negli anni..” continuò quasi a ruota libera.
E poi “Se mi mettessero davanti i politici saprei io cosa dirgli! Non c’è nessuno che non riesca a mettere sotto io (ed io intanto speravo non facesse accenno al suo mestiere).
Anche Berlusconi zittirei io.”

“Lei è calabrese? Niente contro i calabresi, ci vengo anche in vacanza, ma lì una bella bomba dove stanno gli “‘ndranghetosi” (sic!) e il problema si risolve subito”.

A quel punto, scaldata l’atmosfera, iniziai anche io a controbattere senza troppa convinzione qualcosa senza però riuscire a contrastare i deliri del sempre meno simpatico tassista.

“Guardi che la situazione è leggermente più complessa e magari fosse solo un problema “militare”…”
Ma il tassista è inamovibile ed è sempre più convinto e determinato nella sua battaglia oratoria nei miei confronti e di tutti quelli che non agiscono in maniera cruenta contro tutti e tutto quello che non va.

Da parte mia, dimenticati ormai i buoni propositi e gli immediati obbiettivi che mi avevano portato quel giorno a Roma, mi chiedevo dove volesse arrivare oltre ovviamente all’ormai chiaro intento di distrarmi mentre faceva un tragitto assurdo per spillarmi più soldi del necessario.

Solo verso la fine dell’interminabile e tortuoso percorso stradale e soprattutto verbale ecco svelato il suo piano giuridico-politico. La colpa è di chi fa troppe leggi e soprattutto dei magistrati che le seguono (già..).“Non ci sarebbe bisogno di leggi, bisognerebbe mettere a giudicare persone valide e giuste che in base ai casi decidano il destino degli imputati, sa quanti colpevoli subito in galera?”

A quel punto non potevo più stare zitto e con garbo faccio presente una semplice considerazione.Considerazione che nasce spontanea in ogni calabrese che ha ben chiara l’esistenza e la diffusione di “tribunali di ‘ndrangheta” che giudicano e risolvono le controversie proprio sulla base della presunta saggezza e autorevolezza dei capobastone. Senza possibilità d’appello, si sa.

“Bene, il suo discorso potrebbe anche essere condivisibile, ma chi decide chi è valido e giusto, la gente? E se per ipotesi tra qualche tempo la gente dovesse pensare che da condannare a morte dovrebbero essere i tassisti e questi giudici senza legge dovessero condannare un tassista per il semplice fatto di essere tassista chi lo difenderebbe poi questo tassista? (ho rimarcato volutamente la parola tassista, di fronte al tassista) La Legge serve, è modificabile, ma è solitamente coerente nel tempo e garantisce da guizzi di isterica follia singola e collettiva, non crede?”

Colpito nell’orgoglio e impaurito dall’ipotesi iniziò a farfugliare, forse perché per la prima volta in vita sua qualcuno aveva avuto la pazienza di seguirlo e contraddirlo nelle sue farneticazioni, “..se noi andiamo a vedere pure queste cose allora è meglio tornare all’età della pietra, con la clava e così ognuno si fa giustizia da sé che è meglio”. La clava e l’età della pietra.

Questo il suo sogno dunque. Sogno che non sembrava convincere e soddisfare nemmeno lui. Verità e progetto politico che spero non trovino mai adepti in maggioranza.

Maggioranza che, perlomeno pensando a chi almeno una volta è stato fregato da un tassista, forse c'è e mi vede purtroppo tra i portabandiera.

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