I Professionisti...del poi passo!

“Per colpa di qualcuno, credito a nessuno!” E' uno dei cartelli più diffusi negli esercizi commerciali ed è soprattutto il pensiero di tutti gli altri, artigiani e lavoratori autonomi.

Cartello e pensiero comune, ma purtroppo poco rispettato nella pratica.

Mi sono sempre chiesto chi fosse quel “qualcuno” con la colpa di non saldare i debiti.
Debito che per me è sinonimo di ansia tant'è che anche per 10 centesimi sono capace di andare e tornare indietro dalla macchina o da casa per saldare.

Ho pensato a qualcuno in difficoltà, a qualcuno che magari, nel caso di inezie, si scorda del debituccio.

Sono rimasto però letteralmente scioccato quando invece ho scoperto chi è la tipologia più ricorrente di “qualcuno”: il libero professionista. Poco importa quando sia stimato e affermato, poco importa quanto lavori o meno. L'insospettabile qualcuno è proprio lui.

Paradossalmente l'economia calabrese è paralizzata sia dalle pubbliche amministrazioni che pagano dopo anni, ma anche da una moltitudine di professionisti che fa del “pagherò” o del “'ndi vidimu” un vero e proprio vizio.

Ovviamente, tranquillizzo i rispettivi Albi e Ordini, non mi rivolgo alla maggioranza dei loro iscritti, ma è giusto dare voce ai tanti che in giro per la Calabria mi dicono più o meno la stessa cosa: “l'operaio mi paga, il professionista no”. C'è qualcosa che non va, c'è un delirio di onnipotenza che va fermato.

Dico delirio di onnipotenza perché questi professionisti del debito i debiti li hanno non solo per le cose urgenti e inderogabili, ma per lavori superflui dentro e fuori casa, per vestiti, addirittura per pizze e buffet. E' vero che anche molti professionisti vedono onorate dopo anni le proprie parcelle, ma non li obbliga nessuno a sfrecciare con macchinoni succhiabenzina sempre nuovi, vacanze ai caraibi, o a organizzare mega feste sulle spalle dei fornitori.

Per non parlare poi del fatto che fanno parte di quelle categorie che riescono in vari modi a sfuggire al sistema fiscale danneggiando tutta la collettività.

Ribadisco che sto generalizzando, ma mi riferisco ovviamente a chi effettivamente si comporta in maniera irrispettosa del lavoro, dei sacrifici e in fin dei conti delle vite altrui.

A questo punto però è necessaria un'inversione di tendenza perché è vero che fallendo il sistema economico calabrese ne beneficiano in primis e fino all'ultimo i professionisti legali e commerciali impegnati in cause, pignoramenti e ricorsi. Ma alla fine non resterà nulla e il peggio sarà anche per loro.

Si mettano una mano sulla coscienza, usino il loro prestigio e i loro beni materiali per chiedere dei prestiti al consumo o normali fidi bancari..se proprio non hanno liquidità. Rimettano in pari la bilancia, per quanto di loro responsabilità, tra debiti e crediti calabrese. Per far ripartire, anche da queste cose, la nostra economia che non è in crisi a questo punto solo per colpa...della crisi!

Ma soprattutto imparino a consumare ciò che hanno guadagnato e non ciò che abusando della pazienza di “qualcuno” hanno, può piacere o no il termine, ma è questa la realtà dei fatti, rubato.

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