Papaveri e asfalto: un fenomeno di Calabria

Di ritorno da una scorpacciata di Kebab, pietanza turco-“tedesca” allora da poco scoperta, io e il mio poco inappetente compagno di stanza e di cena ci trovammo di fronte a uno scenario apocalittico, quasi da film catastrofico: una delle vie principali di Roma transennata e presa d’assalto da tir, scavatori e rulli stendi asfalto.

Rombi di motori, lampeggianti e uno spiegamento di mezzi frastornante. “A posto..per un mese scordiamoci via Tiburtina!”.

A inizio carriera universitaria e memori degli eterni lavori calabri non potevamo neanche lontanamente immaginare cosa ci avrebbe riservato l’indomani e cioè l’intera via completamente asfaltata e priva di qualsiasi indizio che potesse far pensare a quello che era successo solo qualche ora prima.

E mai avevamo pensato che si potesse fare questi lavori di notte, in effetti il momento ideale per farli.Ma perché da noi non hanno mai fatto così? Una domanda frettolosamente accantonata col pensiero che costerebbe un po’ di più di stipendi, ma pensando anche che forse sarebbe stato un prezzo sostenibile visti i pochi disagi e probabilmente il tempo minore di realizzazione.

Mi è venuto in mente questo stamattina sentendo parlottare due operai pendolari alla stazione.
“Ma pecchì ne fannu i notti sti lavuri? Bloccaru menzu paisi!” il primo, “Pecchì?” sorridendo il secondo.“Pecchì i notti ne’ vidi nullu!”

Già, di notte nessuno li vedrebbe. Ma un occhio attento può, in Calabria più che altrove, capire subito se le elezioni sono alle porte e soprattutto se gli amministratori di quella città sono “in gioco” indipendentemente se di destra o di sinistra. Lo potrebbe capire chiunque, anche chi non conoscesse calendario e protagonisti locali e non li vedesse all’opera.

“Asfalto elettorale” o meglio “lavori elettorali” dato che anche altri piccoli accorgimenti urbani spuntano come i funghi qua e là, ad esempio lampadine dove per anni non c’erano o sgargianti fiori in fino ad allora desolate aiuole pubbliche e destinati a morire dopo pochi giorni perché l’importante è metterli in tempo, non curarli contro il tempo.

Cercate nei vostri comuni macchie d’asfalto più spesse e più scure destinate a durare non più di qualche giorno o improvvisi cantieri stradali e urbani.Capirete tante cose. Anche se gli anni di buio nelle nostre strade, di desolazione nei nostri spazi pubblici e i conti di gommisti e carrozzieri possano in fondo esser scordati in un niente con la storica ricetta degli amministratori locali: fiori fragili, ma colorati, cemento e polvere d’asfalto.

Ma attenzione anche alle promesse. Bono degli U2 in una delle sue più famose canzoni non a caso definiva una donna falsa e inaffidabile come “a promise in a year of election”, una promessa pre-elettorale.

Domenica si vota. L’unica cosa certa è che non votare dà più peso ai voti “controllati” e che condizionano pesantemente e in modo personalistico quasi tutti gli eletti. Cerchiamo di conoscere meglio i candidati a noi più vicini, per idee e territorio. Potremo poi convogliare verso di lui/lei tutto ciò che la politica e la mala-politica ci regalerà.


Potremo dar loro la forza dell’opinione pubblica che per loro è sì un fastidio, ma anche l’unico contrappeso in grado di alleggerirli, se in fondo di buon animo, da pressioni lobbistiche e poco democratiche.La politica è fatta di persone singole e ben distinte.

Sparare nel mucchio fa solo il gioco di chi dell’irresponsabilità personale fa la sua forza.

E lasciare gli eletti “da soli” dopo averli votati li rende in tutti casi più fragili, di fronte alle tentazioni e soprattutto di fronte alle pressioni indebite.

Perché anche e soprattutto in questo caso, nell’oscurità, di notte, a vederli non ci sarebbe nessuno..

P.S. il termine "PAPAVERI", forse non tutti lo sanno, ha anche un significato non floreale...
I papaveri di cui parlo non sono fiori, ma in un certo senso anche loro spuntano in questi periodi proprio in mezzo all'asfalto...

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