Una lezione spagnola per la Calabria...

Se in Calabria lo spagnolo fosse una lingua conosciuta avremmo chiare molte cose.

Molte parole dei nostri dialetti o alcune tipiche costruzioni verbali calabresi derivano infatti dall’influenza che la dominazione spagnola dei secoli passati ci ha lasciato in eredità.

Avremmo chiaro anche il reale significato di una parola italiana che da noi è chiaramente sconosciuto: eleggere.

Elegir in lingua iberica ha come in Italiano due significati ben precisi, ma a differenza della versione italica entrambi sono di uso comune.

Una sola parola per dire scegliere o eleggere. L’eletto è quindi “scelto”. E quando si sceglie solitamente si sceglie IL MIGLIORE.

In Calabria sappiamo bene che non è così. Perché si vota il parente. Perché si vota l’amico.

O si preferisce mettere una fetta di provola e scrivere sulla scheda “mangiatevi pure questa!”.

La Calabria è piena di politici che stanno “a galla” solo ed esclusivamente per via dei parenti.

Che sono i primi a definirli incapaci o peggio, ma se si chiede loro perché allora li votano la
risposta sarà più o meno che “è parente!” ovvero che tengono alto l’onore della famiglia e fa sempre comodo avere qualcuno al Comune o alla Regione.

Comodità che il più delle volte è sapere notizie che avrebbero potuto sapere dai giornali o avere a casa certificati che avrebbero potuto ottenere perdendo cinque minuti all’ufficio preposto.

E in cambio di ciò non si rendono conto che per la famiglia ciò è più un danno, di sicuro al prestigio, che un beneficio.

Perché quando un politico è incapace questa incapacità è riconosciuta da tutti e si lega indissolubilmente al cognome del casato. E tutti ne fanno le spese. I parenti nella vita di tutti i giorni, ma anche tutti i cittadini perché rimane al potere gente notoriamente incapace, ma con deleghe in bianco da parte di persone vicine.

Discorso simile vale per “gli amici”. Si ottengono favori che non sono altro che diritti NOSTRI per cui dobbiamo addirittura dire grazie e non ci si rende conto che in un sistema basato sulle amicizie ci saranno situazioni in cui ci sarà qualcuno più amico di noi che avrà qualcosa a nostro svantaggio.

C’è poi chi è letteralmente nauseato da queste situazioni e non si rende conto di fare il gioco di queste persone facendo la scelta peggiore: non votare.

Che non è altro che un modo per dare più peso ai voti “controllati” e quindi il modo peggiore, anzi il non modo, per cambiare le cose.

La politica determina le nostre vite, anche se scegliamo di fregarcene.

La nostra salute, la nostra istruzione, le nostre opportunità, le nostre libertà, il nostro reddito, cosa mangiamo e cosa beviamo, il valore dei nostri soldi, tutto..è in mano alla politica.

Possiamo scegliere di influenzarla occupandocene scegliendo bene gli eletti e facendo sentire la pressione dell’opinione pubblica in modo da costringerli ad agire nel nostro interesse (a prescindere dal colore politico).

Oppure possiamo dare spazio ad amici di amici e parenti di parenti e dar loro la libertà di fare ciò che vogliono e di siglare accordi e alleanze con i vari gruppi di potere che hanno tutto l’interesse ad avere in mano marionette da muovere a piacimento.

Nel loro interesse ovviamente. Che non coincide mai con quello della gente.

E in un mondo di interessi incrociati che si fan danno a vicenda alla fine siamo in qualche modo danneggiati tutti...

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