Il Braveheart di Calabria e il popolo tradito: colpo di grazia al trasporto pubblico nella fascia jonica

Oggi 12 Dicembre, muore il trasporto ferroviario in Calabria. E questa volta è chiaro a tutti di chi è la responsabilità. Non è possibile qualunquisticamente dire “ce l’hanno cacciato”. No. Chi ha materialmente deciso è stato un gruppo di quattro persone: Fausto Orsomarso da Cosenza, Giuseppe Scopelliti da Reggio di Calabria, Altero Matteoli da Livorno, Silvio Berlusconi di Milano, ma pendolare residente ad Arcore.

Il primo si è autodefinito il Braveheart di Calabria, il cuore impavido paladino della libertà del proprio popolo. Il secondo, nonostante decenni di politica attiva si è proposto come essenza del cambiamento alla guida della Regione.
Gli ultimi due, meno enfaticamente, rappresentano il sedicente Governo del fare e sempre a loro dire sarebbero artefici del vero miracolo italiano.

Intanto da oggi l’intera fascia ionica perde dopo almeno trent’anni il collegamento notturno con Roma.
Un pullman privato, ma pagato dalle ferrovie, consentirà in modo agevole di raggiungere la jonica scendendo dal treno a Lamezia intorno alle 5 del mattino, scaricare e caricare i bagagli sul pullman e dopo tre ore arrivare freschi e riposati (?) sulle rive dello Jonio. Un bel cambiamento se pensiamo che fino ad oggi si arrivava sotto casa in vagone letto. Allo stesso modo si partirà all’ora di cena dalla Locride alla volta di Lamezia e lì, scesi dal pullman poco prima di mezzanotte, quali che siano le condizioni meteo, si aspetteranno le 0:17 per salire sul treno proveniente da Reggio Calabria. Il tutto non al prezzo di un pullman o di un regionale, ma della più costosa tariffa Espresso, come il treno.

Questa è la miracolosa sorte, Dio benedica gli artefici, che spetterà a chi si sposta tra la Calabria Jonica e Roma di notte. Soluzione che era l’unica rimasta anche a chi doveva andare da Roma in su data l’inspiegabile soppressione dei treni per il Nord operata dal Governo poco prima delle elezioni.

I calabro milanesi e i calabro piemontesi possono però gioire. Il Governo che ha prima tolto adesso ridà finanziando un “nuovissimo treno” dalla Calabria al Nord con sosta a Bari di almeno un’ora. Il Sogno italiano si realizza. Adesso si impiegheranno quasi 19 ore invece che le 15/16 di qualche mese fa. Naturalmente in posti a sedere e cuccetta vecchio stile al posto delle cuccette comfort del recente passato.

Anche in Tirrenica si cambia in peggio perché tutti gli Intercity, a volte preferiti per la comodità di viaggio, verranno effettuati dai vecchissimi e scomodi ETR450, i pur sempre gloriosi Pendolini, che da anni non pendolano più per risparmi sulla manutenzione del sistema di pendolamento.

Meglio restare in Calabria. O forse no. Per la serie “uno sta bene finché lo vuole l’altro” è drammaticamente interessante andare a spulciare quali benefici avrà la Calabria “pendolare” da domani.

Il solito Governo del fare (“dassamu i meddju cosi a mpami e ‘ncompetenti e si ‘ndi vaji bonu o’ cchiu’ non fannu nenti, cit.) ha pensato anche ai calabresi che vogliono e possono restare in Calabria. Annullando uno dei provvedimenti più importanti del brevissimo mandato dell’allora Ministro Bianchi, il Sistema Tamburello. Sistema, che da Rosarno a Melito era stato istituito e finanziato come una sorta di servizio metropolitano con baricentro la città di Reggio. Sistema pensato e avviato per alleggerire le strade e soprattutto l’autostrada dati i lunghi lavori di ammodernamento che da sempre l’appesantiscono. Sistema che aveva permesso di alleggerire di fermate i treni che provenivano dal resto della provincia e da Catanzaro. Annullato il Tamburello, finanziato dallo Stato, la Regione non ha ritenuto opportuno prenderlo a suo carico e ha pensato bene di utilizzare i treni della jonica per il servizio metropolitano di Reggio Calabria. Riportando indietro nel tempo i viaggiatori quando da Locri a Reggio impiegavano da 1h45 a 2h20. Troppo comoda, troppo privilegiata la situazione alla quale si erano abituati negli ultimi anni: 1h29 circa, meno della macchina. Ma non ci si poteva aspettare che una soluzione “retrò” da parte di un manipolo di uomini che si è sempre definito “nostalgico” (sic).

E non ci si poteva aspettare grande considerazione per il trasporto pubblico da una Regione che per la prima volta non istituisce un assessorato competente, ma delega un consigliere semplice, Braveheart Orsomarso, quasi come semplice notaio di decisioni prese altrove. A un cuore impavido avremmo preferito di gran lunga una testa pensante e mi riferisco al ruolo, non ovviamente alla persona.

E così muoversi, una delle libertà più importanti, quella che permette l’aumento delle opportunità, di tutte le opportunità diventa un sogno. E per chi decide di realizzarlo ugualmente ha il sapore dell’incubo.

Grazie quindi, a nome dei calabresi jonici, per il bene che ci è stato dimostrato da chi ci chiedeva conto del nostro bene alla Calabria. Grazie per il cambiamento e per averci dimostrato con i fatti che non è sempre un bene. Non ringrazio per i miracoli. Per quelli da domani toccherà a noi attrezzarci per farli.

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