Gli assenti hanno sempre torto


"Gli assenti hanno sempre torto". "Non si parla male degli assenti".

Sono rispettivamente una verità e una regola di buona educazione. Una cosa hanno in comune: l'idea che gli assenti non si possano difendere o sostenere le loro tesi.

Le verità difficilmente si possono contestare mentre nulla però vieta di infrangere una regola.

Parlerò quindi male, ma a fin di bene, degli “assenti”. Soggetti che individuo in particolar modo nelle persone che dalla Calabria sono andate fuori per studio, per amore o per lavoro.

Non tutte ovviamente, ma quelle fastidiosissime persone che, ritornate per brevi periodi in Calabria, con atteggiamento tra snob e acido non fanno altro che rinfacciare al mondo intero e soprattutto a chi gli sta intorno “che non c’è niente qui, che non si fa niente là” mentre “a Roma, Milano, Bologna sì che si fanno cose”.

Le puoi vedere sbuffare, lamentarsi, giocare in disparte col cellulare, annoiarsi in ogni compagnia e in ogni situazione. Più tra le donne che tra gli uomini, ma per il semplice motivo che quest’ultimi spesso preferiscono non uscire del tutto e godersi gli agi e le comodità di casa (leggi “sfruttare le mamme”) piuttosto che rovinare le serate agli sfortunati compagni di uscita.

Ma entrambe le categorie di persona non hanno capito una cosa: tutto ciò di cui beneficiano in altri posti esiste e va avanti perché c’è qualcuno che in passato ha avuto idee e spirito di sacrificio per realizzare quell’evento o quel locale e c'è gente che li segue.

E che è facile usufruire di ciò che già esiste, ma creare qualcosa quando non c’è non è cosa semplice. Specie se chi dovrebbe sostenerti PARTECIPANDO snobba e non considera la maggior parte dei tentativi che anche in Calabria vengono fatti nonostante tutto.

La verità è che in Calabria non c’è giorno in cui non ci sia un piccolo grande evento a poca distanza da noi che però, più per “trappole mentali” che per reali impicci, spesso snobbiamo.

Non c’entrano né distanze, né orari, ma solo una sorta di pigrizia intellettuale e fisica che spingono, soprattutto i protagonisti di questa riflessione, a ripetere sempre gli stessi e ovviamente noiosi cliché. Per poi lamentarsi. Per poi elogiare il resto d’Italia. Ma in un modo che fa sottintendere una sorta di superiorità anche di chi lo dice come se gli eventi e i locali delle città non calabresi gli appartenessero o ne facessero parte integrante.

Scordandosi di essere solo dei semplici spettatori o clienti. Scordandosi di essere la causa principale del mancato decollo dei tentativi locali. Perché assenti. Non una, ma ben due volte. La prima fisicamente durante l’anno.

La seconda fisicamente e moralmente quando potrebbero farne parte ed evitano di parteciparvi e a volte addirittura sminuendo gratuitamente senza vergogna. Ma per fortuna mentre questi tristi personaggi sbuffano e si rendono sempre più odiosi agli occhi dei loro amici, tante altre persone sanno bene che godersi la vita è, oltre al mettersi in gioco in prima persona, organizzando e creando, anche il partecipare alle piccole grandi cose che in fin dei conti creano atmosfere, riempiono attivamente le giornate, rafforzano e creano legami e soprattutto rasserenano e arricchiscono gli animi.

Nell’unico vero posto che tutti, “assenti” e presenti, riescono e col cuore a chiamare veramente CASA…la nostra “amata et odiata” Calabria.

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